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Global minimum tax III: quando gli Stati sono estromessi dalla decisione

Global minimum tax III: quando gli Stati sono estromessi dalla decisione

Tre giorni prima di Natale la Commissione UE ha reso pubblica la proposta di direttiva che recepisce l’accordo OCSE sulla c.d. global minimum tax (sulla quale su questo sito https://www.centrostudilivatino.it/?s=global+minimum e https://www.centrostudilivatino.it/global-minimum-tax-1-tassazione-senza-rappresentanza/). I cambiamenti imposti dalla crisi pandemica possono essere forieri di novità anche sul terreno fiscale se le popolazioni delle singole Nazioni ne trarranno un concreto vantaggio.

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Global minimum tax-1: tassazione senza rappresentanza?

Global minimum tax-1: tassazione senza rappresentanza?

La decisione del G20 dello scorso luglio prevede un prelievo societario minimo di almeno il 15% e nuove regole per ricollocare una porzione degli utili netti delle più grandi aziende del mondo a beneficio degli Stati in cui queste li ricavano. Il significato specifico dell’espressione Global minimum tax e i problemi di rappresentatività nel rapporto fra organismi internazionali informali e la sovranità dei singoli Stati a essi aderenti.

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Ancora su UE, Ungheria e ‘stato di diritto’: risorse PNRR solo con propaganda Lgbtiq per i bambini

Ancora su UE, Ungheria e ‘stato di diritto’: risorse PNRR solo con propaganda Lgbtiq per i bambini

Si intensifica lo scontro fra la Commissione europea e l’Ungheria: il veto del governo magiaro all’introduzione della ‘global minimum tax’ induce Bruxelles a portare la procedura di infrazione per violazione dello ‘stato di diritto’ alla Corte di giustizia, e a mantenere il blocco alla erogazione dei fondi del PNRR di Budapest, dopo averlo appena tolto alla Polonia, per contrastare la legge ungherese che vieta l’ideologia gender nelle scuole.

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Draghi in USA per riformare l’Europa?

Draghi in USA per riformare l’Europa?

Ieri il Primo ministro italiano Mario Draghi ha incontrato il Presidente degli USA Joe Biden. Dopo l’emergenza-Covid, l’emergenza guerra viene evocata per introdurre riforme strutturali, in questo caso alle dinamiche decisionali all’interno dell’UE: è fin troppo evidente che la funzionalità di tali modifiche, in primis l’introduzione della maggioranza al posto dell’unanimità, mirano a colpire gli Stati Ue meno ‘allineati’ a Bruxelles, in primis Polonia e Ungheria.

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