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Il Doctor Eximio espone una legge naturale differente da ciò che potremmo intendere noi oggi con la stessa denominazione: non le leggi della chimica, fisica o biologia, riferite alle cose od agli animali, che non sono liberi di agire diversamente. La legge naturale dell’uomo invece, secondo il pensiero del Suarez, essendo la partecipazione di questo alla legge eterna, è l’inclinazione al bene, poiché presuppone un agire morale, e dunque libero. La sua origine è soprannaturale, Dio stesso, che ha creato l’uomo come un essere simile agli animali sotto alcuni punti di vista, e però radicalmente differente: egli è infatti cosciente e libero, naturalmente dotato di ragione e di libero arbitrio.


1. Francisco Suarez (1548-1617) nasce in una famiglia di origine castigliana trasferitasi a Granada: entra a sedici anni nella Compagnia di Gesù a Salamanca, nella cui università apprende la filosofia e la teologia per cinque anni, dal 1565 al 1570. Compiuti gli studi, inizia una brillante carriera come docente, insegna filosofia a Salamanca e Segovia (1570-74) e poi teologia a Valladolid, Segovia e Avila (1574-80); fu poi viene chiamato a insegnare teologia a Roma (1580-85).

Dopo cinque anni nell’Urbe la salute precaria lo costringe a tornare in Spagna. Insegna ad Alcalá de Henares (1585-93), università nella quale ha modo di confrontarsi su questioni giuridico-morali e teologiche con il padre Gabriel Vàzquez. I suoi contemporanei lo consideravano il maggior filosofo e teologo vivente tanto che gli venne attribuito il titolo di Doctor Eximius; papa Gregorio XIII volle assistere alla sua prima lezione a Roma. Papa Paolo V lo invitò a confutare gli errori di Giacomo I d’Inghilterra, e lo trattenne a lungo accanto a sé per trarne insegnamento. Filippo II di Spagna lo inviò all’Università di Coimbra per accrescerla in prestigio, e quando Suárez visitò l’Università di Barcellona, i docenti lo accolsero al suo arrivo e gli donarono le insegne delle loro Facoltà.

Dopo la morte avvenuta in Portogallo la sua fama crebbe ulteriormente. Il suo pensiero ha influenzato quello di filosofi come Grozio, Cartesio, Leibniz e Vico, in un tempo di sfaldamento della cristianità europea, a causa del Protestantesimo e della nascita degli Stati nazionali che cercano la propria indipendenza dall’Impero. Suarez rappresenta la risposta della filosofia e del diritto cattolici, pioniere della maggior parte delle teorie giuridico-politiche in un continente europeo che per la prima volta nella sua storia si ritrova diviso.

2. Il suo De Legibus ne fa emergere la teoria generale del pensiero giuridico. Sorprende per la vastità e la profondità dei temi: partendo dalle origini stesse della legge e del diritto, questione dopo questione, autore dopo autore, il trattato prende la forma di compendio della tradizione classica e medioevale del diritto. Suarez tratta della legge naturale nel secondo libro del De Legibus: dopo aver affrontato nel primo libro le caratteristiche comuni a tutte le leggi, fissato i concetti stessi di legge e diritto, lex e ius, stabilendo la classificazione e divisione delle leggi, Suarez nel secondo libro comincia, una per una, ad analizzare le leggi secondo la sua classificazione.

La parte centrale del secondo libro è dedicata al diritto naturale: su venti capitoli ben dodici riguardano la legge naturale e le sue caratteristiche, dal V al XV, preceduta dalla legge eterna da un lato, capitoli dal I al IV, e dallo jus gentium dall’altro, capitoli dal XVI al XX. Suarez spiega che legge naturale è l’insieme delle inclinazioni naturali presenti nelle cose e nelle creature, mediante cui ogni cosa e ogni persona tendono agli atti e ai fini propri di ciascuna. Cita San Paolo quando scrive nella Lettera ai Romani che “i pagani che non hanno legge, fanno per natura quello che è legge”, e Cicerone che nel De Legibus sostiene l’esistenza di una legge naturale anteriore a qualsiasi legge umana. Suarez ritiene che il termine legge non si possa utilizzare per gli esseri inanimati e neanche per gli animali, i quali mancano di ragione propria e di libertà: per loro si potrebbe parlare di legge naturale solo in senso metaforico, più come un istinto naturale[1].

La legge eterna, archetipo nella mente di Dio sul quale si regge il creato e ogni cosa chiama a compiere il proprio fine, è fons et origo legis naturalis. Tra la legge eterna e la legge naturale è presente una relazione ontologica di causa ed effetto, Dio creatore e natura creata, ma anche una relazione giuridica di legge increata che si regge sulla propria essenza e di legge creata che partecipa alla prima, Dio legislatore e coscienza umana. Nel pensiero del Suarez Dio legislatore è al centro del sistema giuridico, e l’uomo attraverso la legge naturale è chiamato a collaborare responsabilmente con il Creatore nella Storia: la legge naturale è prima legum per quam lex aeterna homnibus applicatur.

3. Risalta la razionalità su cui costruisce il suo sistema giuridico: l’uomo è l’unico essere creato in grado di conoscere la relazione tra azione, e fine e grazie all’uso della ragione, che per natura gli è propria, comprende e riconosce attraverso i principi naturali (legge naturale) ciò che è bene e ciò che è male, potendo così in piena libertà compiere una scelta morale, rispettare o no la legge, dalla quale risulta infine la sua rettitudine. La ragione diventa protagonista nel sistema giuridico di Suarez: in base ad essa l’uomo è capace di conoscere la legge e, sempre in base alla ragione, una legge può essere definita giusta o ingiusta.

Il Professore di Coimbra è l’autore scolastico nel quale la relazione tra fede e ragione tocca il suo apice. Lungi dall’essere in contrasto, fede e ragione si radicano l’una nell’altra, rimanendo però sempre ben distinte: la distinzione tra esse fonda l’autonomia dell’autorità civile. Se da un lato è vero che la legge positiva non può contraddire i principi morali naturali dall’altro, è altrettanto vero che essa non è incaricata di praticarli nella loro totalità. I principi morali naturali sono quei principi che se rispettati portano l’uomo ad essere giusto ed onesto; di questi principi però l’autorità politica è vincolata all’osservanza solo di quelli utili per il raggiungimento del bene della comunità, dato che è questo l’unico obbiettivo per il quale è preposta l’autorità civile: rendere l’uomo un onesto cittadino e non un onesto uomo[2].

Giovanni Ambrosetti[3], grande studioso italiano di Suarez, così spiega le ragione dello studio di un autore così complesso e lontano da noi nei tempi e nei metodi scientifici a noi studiosi d’oggi: “Noi ci avviciniamo a Suarez perché è uno spirito moderno contenuto da una veste medioevale che porta tutto il rigore che le è proprio. Parliamo di modernità di Suarez specialmente in un senso […] quello che tocca il metodo della ricerca. Suarez è moderno perché ha coscienza della essenziale importanza che riveste il mettere in luce, quasi il rivelare, la conquista medioevale della distinzione tra ragione e fede. Il suo grande merito sta nell’aver annunciato e cercato di realizzare, in accordo con Tommaso, l’ideale della sintesi fra fede e sapere […]. La distinzione sistematica tra fede e sapere è in Suarez così presente, così tagliente, così sapientemente elaborata, così difesa in qualunque campo, e sino in fondo, da fare apparire chiaramente che l’anima della sua ricerca era di rispondere in pieno alle esigenze del tempo, e di mostrare come l’uomo moderno, poggiando sopra gli elementi presenti nella tradizione, dovesse lavorare alla costruzione di una sintesi universale – come egli la condusse a termine – che avesse come legge prima della sua validità la distinzione rigorosa, esplicita e sistematica, quale i tempi la richiedevano, tra ordine della natura ed ordine soprannaturale. […] Ma l’aver avuto chiara tutta la necessità di una radicale distinzione fra i due ordini, quello naturale e quello soprannaturale, doveva portare Suarez a dare una nuova forza, un vigore nuovo, alla ricerca puramente razionale. È questa per noi la caratteristica più importante della sua modernità.”

Daniele Onori


[1] DE ANGELIS A., La “ratio” teologica nel pensiero giuridico-politico del Suarez , Milano, Giuffré editore, 1965.

[2] CAPUTO G., Introduzione allo studio del diritto canonico moderno, lo jus pubblicum ecclesiasticum, Padova, Cedam 1978.

[3] AMBROSETTI G, La filosofia delle leggi di Suarez, Roma, II-XVIII editore Studium, 1948.

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