fbpx

Diretto nel 2019 da Marco Kreuzpaintner, e tratto dal romanzo scritto da Ferdinand von Schirach, il film racconta la storia di Fabrizio Collini, interpretato da un bravissimo Franco Nero. Collini era un pensionato italiano, emigrato in Germania nel secondo dopoguerra, che venne accusato dell’omicidio dell’imprenditore e filantropo Hans Meyer. Sul cadavere di costui erano stati ritrovati dei segni che lo collegano a Collini, ma quest’ultimo non aveva spiegato il movente dell’omicidio. Il caso venne affidato a un giovane avvocato d’ufficio, Caspar Leinen, che, senza alcuna collaborazione da parte dell’imputato, scavò nel passato della vittima, fino a portare alla luce eventi orribili commessi durante la seconda guerra mondiale.

1. Una grande occasione si presenta al giovane avvocato Caspar Leinen, quando viene nominato difensore d’ufficio di un omicida reo confesso: può finalmente esercitare la professione che ama, indossare la toga ed entrare nell’austero tribunale del Moabit, a Berlino. In un primo momento sembra una causa di routine: dopo una vita tranquilla, interamente dedicata al lavoro in fabbrica, l’irreprensibile italiano Fabrizio Collini ha ucciso con quattro colpi di pistola un ricco industriale ottantenne noto in tutto il Paese, Hans Meyer. Quello che l’avvocato Leinen ignora, al momento di assumere l’incarico, è che in questa storia nulla è come appare.

Mentre l’imputato si chiude nel silenzio, rifiutando ogni difesa, Leinen scopre che la vittima era il nonno di un suo amico dei tempi del liceo. Benché il ricordo di quell’uomo ricco e potente, eppure affettuoso e gentile, sia vivo nella memoria, il giovane decide di non rinunciare all’incarico, e cerca in tutti i modi di far luce sul movente. Solo scavando nel passato di Meyer, Leinen riesce a trovare una traccia che lo riporta a un episodio accaduto in Italia durante la seconda guerra mondiale.

Da qui avrà inizio un dibattimento teso e serrato che metterà i protagonisti, ma anche gli spettatori, davanti ai sottili e incerti confini della giustizia. La fase processuale, che vede Leinen contrapposto alla pubblica accusa e a un formidabile difensore di parte civile, l’avvocato Mattinger, riserva dei colpi di scena.

Ciò nonostante, Leinen riesce a portare in aula una versione della verità completamente differente da quella che appariva. Si scoprirà infatti che Meyer durante l’ultimo conflitto apparteneva alle SS, e aveva preso parte attiva all’esecuzione del padre di Collini, un partigiano, e alla violenza e all’uccisione della sorella. La vicenda termina col suicidio di Collini, che lascerà una foto proprio della sorella.

2. Ferdinand von Schirach[1], che ha scritto il romanzo da cui è tratto il film, è uno degli autori tedeschi più noti ed apprezzati: i suoi libri sono stati tradotti in 35 lingue e hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo, Italia inclusa (“Il caso Collini” è edito da Longanesi); con l’opera da cui è tratto il film egli ha raccontato ciò di cui si era reso responsabile suo nonno, Baldur von Schirach, che era a capo della gioventù hitleriana, e che al processo di Norimberga era stato condannato a 20 anni di reclusione per crimini contro l’umanità. 

Per l’autore il testo ha avuto anche il senso di provare a mettersi alle spalle quello che i tedeschi chiamano “vergangenheitsbewältigung“, il marcato senso di colpa provato dalle generazioni successive a quella protagonista del Nazionalsocialismo. Di “vergangenheitsbewältigung” si è parlato in Germania dalla metà degli anni 1950: i suoi contenuti sono in realtà strettamente legati alla politica anglo-americana di “reeducation”, di “reorientation, cultural reconstruction, information and education”.

3. “Vergangenheitsbewältigung” evocava un clima di incertezza a livello politico e sociale, ma anche nella psicologia collettiva, che rendeva evidente la difficoltà, sia nella Repubblica federale sia nella Repubblica democratica, di formare una omogenea “memoria comune”. In entrambi i territori in quali la Germania era stata suddivisa, i processi di costruzione di una memoria nazionale, promossa dalle istituzioni o liberamente formatisi, si svolsero in fasi e forme diverse, perché differenti erano le intenzioni, e i conseguenti obiettivi, non scevri né da interessi dei partiti politici, né da strumentalizzazioni nazionalistiche, ideologiche, anche da parte degli alleati. Le molteplici iniziative individuali o collettive, con il loro carico di interpretazioni, di omissioni e di rimozioni, influenzarono le scelte politiche e le analisi storiografiche, spesso più intensamente di quanto i contemporanei fossero in grado di percepire.

Il punto centrale di Il caso Collini è la cosiddetta “seconda colpa”, cioè il modo in cui la Repubblica Federale si è rapportata con il Nazionalsocialismo, il modo in cui sono stati trattati i crimini di guerra dagli anni 1950 in poi. Il personaggio di Eduard Dreher è realmente esistito, e la modifica al codice penale di cui si parla nel romanzo e nel film è un fatto storico effettivamente accaduto, facendo sì che a partire dal 1968, quando essa fu approvata grazie a Dreher, il concorso in omicidio volontario aggravato fosse punito come omicidio semplice, e quindi fosse soggetto alla prescrizione. Si trattò dell’equivalente di una amnistia, tuttavia avvertita come tale da pochi. In questo modo, personaggi controversi poterono tornare ad avere una vita normale, in certi casi anche pubblica. E nella società aumentò il senso di colpa: non solo bisognava gestire i crimini di guerra, ma anche la successiva impunità. 

Il caso Collini testimoniare di generazioni di tedeschi che hanno dovuto affrontare un passato carico di orrore, senza potersi con esso confrontare fino in fondo.

Daniele Onori


[1] Ferdinand Von Schirach, nato a Monaco nel 1964, è avvocato penalista. Nel corso della sua carriera si è occupato di alcuni dei crimini che hanno coinvolto maggiormente l’opinione pubblica tedesca. Il suo primo libro, la raccolta di racconti Un colpo di vento, è stato un caso letterario in tutto il mondo. Ha esordito nel romanzo con Il caso Collini, che in Germania nelle prime due settimane di vendita ha superato le 300.000 copie ed è balzato subito in testa alle classifiche.

Share