La tutela della dignità umana è importante in ogni circostanza, come previsto dalla Costituzione, dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e dal Magistero della Chiesa cattolica. Il disconoscimento dei diritti umani ha portato a gravi conseguenze storiche, in particolare durante i conflitti armati. È necessario promuovere il concetto di dignità umana come valore assoluto e indisponibile.

La tutela della dignità umana, prevista dagli artt. 2 e 3 della Costituzione, costituisce un principio fondamentale ed è alla base dei diritti umani, della libertà e della giustizia, come stabilito anche dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 10 dicembre 1948[1] nel cui preambolo viene affermato che il “disconoscimento e disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità (..)”.

In altri termini, la salvaguardia dei diritti umani e la promozione di rapporti amichevoli tra gli Stati costituiscono elementi imprescindibili per evitare che si ripeta quanto accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale.

Di recente anche il Magistero della Chiesa cattolica si è pronunciato su questo tema, osservando nella Dichiarazione Dignitas infinita che: “(..) il rispetto della dignità di ciascuno e di tutti è la base di ogni società che si pretende fondata sul giusto diritto e non sulla forza del potere Sulla base del riconoscimento della dignità umana si sostengono i diritti umani fondamentali, che precedono e fondano ogni civile convivenza (..)[2].

Si tratta di parole particolarmente significative ed attuali dinanzi alle conseguenze devastanti dei conflitti in corso.

Papa Leone XIV ha chiesto più volte, con forza, il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, la liberazione degli ostaggi ed il rispetto integrale del diritto umanitario, nonché ha sottolineato che “la popolazione civile è schiacciata dalla fame e continua ad essere esposta a violenze e morte. Nel contempo il Pontefice ha affermato che “ogni persona umana ha un’intrinseca dignità conferitale da Dio stesso: esorto le parti in tutti i conflitti a riconoscerla e a fermare ogni azione contraria ad essa[3].

Anche ventiquattro ministri degli esteri di vari Stati Europei – tra cui quello italiano – e di altri Stati extra Europei hanno chiesto una tregua immediata, il rilascio degli ostaggi, la revoca delle restrizioni al flusso degli aiuti umanitari forniti dalle Nazioni Unite e dalle ONG, il blocco degli insediamenti a Gerusalemme est e in Cisgiordania, il sostegno al piano di pace arabo [4]. Tale appello non è stato accolto da Israele il quale, spinto da una crescente pressione internazionale, ha concesso per il momento una sospensione tattica delle operazioni militari per circa dieci ore al giorno, ha aperto temporaneamente il valico di Rafah e ha consentito al lancio dal cielo di pacchi contenenti aiuti umanitari, decisione giudicata insufficiente data la difficoltà della popolazione di raggiungere in modo sicuro le forniture[5]. Va evidenziato che l’organizzazione terroristica di Hamas ha più volte rifiutato di rilasciare gli ostaggi catturati il 07/10/2023 ancora nelle sue mani (in gran parte civili, tra cui donne e bambini) e di deporre le armi.

Come denunciato da molti Stati, dall’ONU, dalle ONG[6] che operano sul campo, nonché dai rettori di alcune università israeliane[7] non vengono fatte entrare nella Striscia forniture di acqua, cibo e medicine a sufficienza per la popolazione che, lo ricordiamo, è di circa 2 milioni di persone. Ciò sta provocando una carestia con conseguente morte per deperimento dei civili tra cui molti bambini[8].

La conseguenza della negazione del diritto umanitario è duplice: da un lato la privazione della dignità delle vittime di guerra (in particolare dei civili più vulnerabili come i bambini, le donne e gli anziani); dall’altro la disumanizzazione degli appartenenti alle forze armate che nei conflitti armati possono compiere atti che possono integrare dei crimini di guerra[9].

Quello che sta accadendo nei conflitti in corso (purtroppo non soltanto nella Striscia di Gaza) è il frutto di un lungo e costante processo di erosione delle fondamenta su cui poggia il diritto, in particolare quello umanitario, che viene rifiutato per ragioni politiche[10], per interessi economici, nonché per un clima di crescente nazionalismo, fondamentalismo e di disumanizzazione del nemico in cui non sembra esserci spazio per il dialogo e la diplomazia.

La conseguenza è che nel dibattito in corso sui media, anche di fronte a palesi violazioni dei diritti umani, viene spesso utilizzata, talvolta attraverso omissioni “ad arte”, una retorica di deresponsabilizzazione che tende a sminuire e talvolta addirittura a giustificare per motivi ideologici le azioni compiute dalle parti in conflitto.

Come uscirne? Innanzitutto è necessario riaffermare che la dignità della persona è un valore assoluto ed indisponibile da tutelare in ogni circostanza, in particolar modo durante i conflitti armati[11]. A tal fine, come è stato giustamente evidenziato in dottrina[12], sarebbe quanto mai opportuno che venisse istituita una giornata mondiale che promuova la tutela della dignità della persona in ogni ambito.        

Avv. Lorenzo Jesurum


[1] L’art. 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo prevede che “Tutti gli uomini nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”

[2] Dicastero per la Dottrina della Fede, Dignitas infinita, par. 64, 2024.

[3] https://www.vatican.va/content/leo-xiv/it/angelus/2025/documents/20250727-angelus.html

[4]https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/mediooriente/2025/07/21/italia-con-altri-paesi-la-guerra-a-gaza-deve-finire-ora_b22e7fb2-6f45-4621-ac0f-50825e64980f.html

[5] https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2025/07/27/tregua-umanitaria-a-gaza-cibo-via-terra-e-aria_01478ee7-2153-433b-87fe-6dda353c5cb2.html

[6] https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2025-07/gaza-la-denuncia-di-oltre-100-ong-e-carestia-di-massa.html

[7] https://laragione.eu/adnkronos/news/mo-appello-5-universita-israeliane-netanyahu-risolva-problema-fame-a-gaza/

[8]  https://www.ilsole24ore.com/art/raid-terra-israeliani-deir-el-balah-gaza-sprofonda-carestia-AHRR03pB

[9]  L’art. 8 dello Statuto della Corte Penale Internazionale (1998), nella definizione di crimini di guerra, include tra l’altro: “(..) vii) deportazione, trasferimento o detenzione illegali; viii) la presa degli ostaggi; ix) dirigere intenzionalmente attacchi contro edifici dedicati al culto, all’educazione, all’arte, alla scienza o a scopi umanitari, contro monumenti storici, ospedali e luoghi dove sono riuniti i malati ed i feriti, purché tali luoghi non siano utilizzati per fini militari (..) xxv) affamare intenzionalmente, come metodo di guerra, i civili, privandoli dei beni indispensabili alla loro sopravvivenza, compreso impedire volontariamente l’arrivo dei soccorsi come previsto dalle Convenzioni di Ginevra (..).

[10] “La riduzione del diritto alla politica (..) costituisce una delle più radicali forme di negazione del diritto in quanto tale considerato, poiché si sottrae il diritto alla sua natura meta-volitiva e meta-normativa per consegnarlo in modo pressoché definitivo nelle mani di colui che esercita il potere rendendo il diritto mero strumento del suo esercizio”: Aldo Rocco Vitale, Orbite veloci intorno al diritto, Giappichelli Editore, 2024, p. 80.

[11] Tutelare la dignità della persona in guerra comporta il rispetto dei principi fondamentali del diritto internazionale umanitario ossia quelli di distinzione tra civili e militari, di proporzionalità, di precauzione, il diritto di accesso al cibo, ai medicinali e ai beni di prima necessità. Ciò comporta inoltre prevedere appositi organismi per monitorare le violazioni commesse dalle parti in conflitto, consentire lo svolgimento di indagini in modo indipendente ed efficace nonché sanzionare i responsabili.

[12] Francesco Farri, Considerazione sul tema della dignità umana in vista della possibile istituzione di una giornata mondiale in L-JUS, Anno VI, Fasc. 1-2 2023 p. 27 e ss: https://l-jus.it/considerazioni-sul-tema-della-dignita-umana-in-vista-della-possibile-istituzione-di-una-giornata-mondiale/

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