Una ventina di anni fa il gruppo musicale Black Eyed Peas cantava:
“Where is the love?
What happened to the love and the values of humanity?
What happened to the love and the fairness and equality?
Instead of spreading love we’re spreading animosity”[1]
Non era necessario un brano hip hop per ricordarci quanto il contesto in cui viviamo abbi perso la bussola, ma giova che qualcuno risvegli dal torpore. In realtà, non ci siamo addormentati del tutto, ma abbiamo semplicemente lasciato premuto il tasto ON sulla modalità “Cose cattive”.
Un esempio banalissimo: in casa per accendere una luce ci basta alzare l’interruttore e per spegnerla fare l’opposto. Si immagini l’abitazione come il nostro cuore e l’interruttore della luce come la nostra coscienza, la nostra volontà.
Il problema è che abbiamo lasciato abbassato il pulsante “Cose buone” e ci siamo serenamente adagiati in questa modalità offline, abbiamo spento la nostra luce interiore, e sappiamo bene che laddove non c’è luce l’oscurità dilaga.
Abbiamo dato spazio a tutti quei pensieri malsani, alle cattiverie, alle ingiustizie, a tutte quelle bassezze, a quei profondi abissi cui può giungere l’essere umano.
Non serve guardare molto lontano: basti pensare alla cultura della morte e dello scarto di ciò che dà fastidio, delle persone ritenute non “più utili” per la società. Gli aborti praticati nel mondo nel solo 2021, per portare l’esempio più significativo, sono stimati pari a 42,6 milioni: l’aborto è stata la prima causa di morte a livello mondiale, di gran lunga al di sopra dei decessi dovuti al Covid-19 o ad altre cause. Il Parlamento italiano sta discutendo dell’introduzione dell’eutanasia e un referendum punta a legalizzare l’omicidio del consenziente.
Esempi, questi, che, devono scuoterci dal nostro torpore e farci riflettere su cosa sta accadendo all’umanità, su cosa stiamo diventando.
In Mc 7,14-23 si legge che “Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro. Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro, infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo.”
Per giustificare le nostre indolenze, le nostre mancanze, è facile dare astrattamente la colpa alla società, alla criminalità, alle ingiustizie. Ci riempiamo la bocca di hashtag e di inutili parole, ma in concreto da dove nascono tutte le cose orrende che vediamo nel mondo? Dall’uomo, anzi dal cuore dell’uomo. Non ci nascondiamo dietro ad un dito, non cerchiamo scuse, non diamo la colpa a chissà chi o che cosa per tutte quelle malvagità, iniquità, dissolutezze alle quali assistiamo costantemente, perché siamo i primi ad aver messo il nostro cuore in modalità offline, ad aver “turn the other cheek again”. Premiamo quell’interruttore un po’ impolverato, torniamo ad essere veramente vivi, per usare un termine attuale: torniamo online, e accendiamo le nostri luci.
Chiara Airoma
[1] “Dov’è l’amore?
Cosa è successo all’amore e ai valori dell’umanità?
Cosa è successo all’amore, alla correttezza e all’uguaglianza?
Invece di diffondere amore, stiamo diffondendo ostilità.”