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Pubblichiamo la risposta del sottosegretario all’Interno Gianpiero Bocci, riguardante le interrogazioni sulle aggressioni alle veglie delle Sentinelle in Piedi dei giorni scorsi. 

Svolgimento di interpellanze e di interrogazioni (ore 16,07)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

Saranno svolte per prime le interpellanze 2-001732-00175 e 2-00209 e le interrogazioni 3-010043-01017 e 3-01401, su iniziative per garantire lo svolgimento pacifico delle manifestazioni «Sentinelle in piedi».

Ha facoltà di parlare la senatrice Bianconi per illustrare le interpellanze nn. 173, 175 e 209.

BIANCONI (NCD). Signor Presidente, signor Sottosegretario, le interrogazioni da noi presentate riguardano appunto «Sentinelle in piedi», manifestazioni di persone pacifiche, spesso famiglie, che in piedi, nelle città, protestano in questa maniera contro una legislazione che ritengono non opportuna in tema di omofobia e di equiparazione della famiglia gay, o composta da persone omosessuali, rispetto alla famiglia tradizionale.

Queste manifestazioni, che si sono svolte in 90 città italiane, sono sempre state preannunciate alle autorità preposte all’ordine pubblico. Purtroppo, questi eventi sono stati inficiati dalla presenza estremamente aggressiva di gruppi e di associazioni di omosessuali che hanno molestato, hanno lanciato fumogeni, come accaduto ad esempio a Bergamo, hanno insultato pesantemente i manifestanti e spesso le Forze dell’ordine non hanno contenuto questo tipo di aggressione.

Ora, lei capisce bene che se in Italia non possiamo neanche mantenere la possibilità di fare protestare in silenzio e in modo estremamente composto delle persone abbiamo veramente un problema di tenuta della nostra democrazia.

A rendere tutto molto più sconcertante è l’atteggiamento del sindaco di Siena che, addirittura, vuole revisionare il regolamento comunale per evitare che queste sentinelle in piedi possano vegliare in piazza del Campo.

Signor Sottosegretario, sostanzialmente noi chiediamo due cose. La prima è quale iniziativa il Ministro intenda mettere in campo per tutelare la libertà di espressione da parte di gruppi di persone che svolgono, liberamente e in maniera corretta e moderata, la loro manifestazione ed esprimono il loro dissenso nei confronti di una normativa che si sta discutendo in queste Aule.

La seconda è se non ritiene opportuno produrre o emanare una circolare rivolta a tutti i questori e i prefetti per impartire una linea di condotta rispetto a questa iniziativa. Ce ne saranno delle altre e sarebbe bene che, così come in alcune città le Forze dell’ordine hanno accompagnato e tutelato queste manifestazioni, esse possano essere garantite anche in altre città dove questo, in realtà, non è accaduto.

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere congiuntamente alle interpellanze testé svolte e alle interrogazioni 3-01004, 3-01017 e 3-01401.

BOCCIsottosegretario di Stato per l’interno. Signor Presidente, onorevoli senatori, risponderò congiuntamente agli atti di sindacato ispettivo presentati dai senatori Bianconi, Malan e Giovanardi, in quanto vertono sullo stesso argomento, cioè le turbative dell’ordine pubblico poste in essere da gruppi antagonisti e centri sociali durante alcune manifestazioni del movimento «Sentinelle in piedi» tenutesi, in parte, nei mesi di maggio e giugno 2014 e, in parte, il successivo 5 ottobre.

Effettivamente, nel corso di alcune iniziative pubbliche delle «Sentinelle» degli scorsi mesi di maggio e giugno, sono state organizzate – il più delle volte senza preavviso – concomitanti contromanifestazioni caratterizzate da contestazioni e atti di disturbo, che non sono sfociati in più gravi tensioni anche grazie ai servizi di ordine pubblico predisposti per l’occasione.

Generalmente, le Forze di polizia si sono limitate ad impedire il contatto tra le Sentinelle e i loro contestatori, i quali, ricorrendone i presupposti, sono stati videoripresi, identificati e denunciati all’autorità giudiziaria per reati di vario tipo individuati, di volta in volta, nel mancato preavviso di riunione pubblica, nell’inosservanza all’ordine dell’autorità, nella violenza, resistenza od oltraggio a pubblico ufficiale, nel rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale, nel disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone e in reati consimili.

In relazione alle manifestazioni in questione, il senatore Giovanardi ha lamentato il comportamento poco collaborativo di talune amministrazioni comunali in sede di concessione delle piazze alle Sentinelle. Debbo dire che, su questo versante, le informazioni acquisite non hanno evidenziato particolari problemi.

Talvolta, i sindaci hanno concesso alle Sentinelle spazi diversi da quelli richiesti, ma risulta che ciò sia avvenuto perché le piazze richieste erano state già prenotate per altre iniziative oppure erano state ritenute dal questore non agevolmente gestibili sotto il profilo dell’ordine pubblico.

Talaltra, e mi riferisco specificamente a Siena, il presidio delle Sentinelle tenutosi il 30 maggio a Siena è stata l’occasione per l’avvio da parte dell’amministrazione comunale di una riflessione sull’uso di piazza del Campo. La relativa regolamentazione – risalente al 1987 – è già restrittiva; si sta discutendo ora se destinare la piazza – come avviene in altre città per luoghi di particolare significato storico per la comunità – solo a manifestazioni istituzionali, escludendo iniziative di carattere politico, sindacale o culturale da chiunque promosse.

Tra l’altro, ancora, i presidi delle «Sentinelle» si sono tenuti in simultanea con altre iniziative autorizzate dai Comuni, ma, a quanto è dato sapere, le iniziative concomitanti si sono svolte senza reciproche interferenze e, dall’altra parte, in una circostanza – Parma – sono state proprio le «Sentinelle» a richiedere di svolgere la propria manifestazione in concomitanza con un’altra iniziativa già autorizzata.

Si assicura, comunque, che sullo specifico punto l’attenzione dei prefetti è e rimane alta e il Ministero dell’interno continuerà ad esercitare una vigile attività di monitoraggio ed impulso. Come ricordavano i senatori Giovanardi e Malan, anche lo scorso 5 ottobre le Sentinelle hanno promosso una fitta serie di presidi. Se ne sono tenuti complessivamente 50 in tutta Italia, a cui le realtà antagoniste – i centri sociali e altre associazioni – hanno opposto 26 concomitanti contromanifestazioni. Nei giorni antecedenti tali appuntamenti, il dipartimento della pubblica sicurezza aveva diramato due circolari di sensibilizzazione contenenti precise direttive alle autorità provinciali di pubblica sicurezza per lo svolgimento, in via preventiva, di mirate attività informative e la predisposizione di idonee misure volte ad assicurare il regolare svolgimento delle manifestazioni. Inoltre, per l’attuazione dei servizi di ordine e sicurezza pubblica pianificati dalle questure, erano state assegnate aliquote di rinforzo delle parti inquadrate, laddove le autorità provinciali di pubblica sicurezza ne avessero fatto richiesta. Anche in virtù di tali misure, solo una decina di presidi hanno fatto registrare delle criticità.

Mi soffermo sui due presidi in cui le criticità si sono tradotte in reati contro la persona. A Bologna circa 250 aderenti alle locali realtà antagoniste si sono diretti in corteo verso piazza Galvani, ove si erano radunati una quarantina di attivisti delle Sentinelle, tra cui sette aderenti al movimento Forza nuova. Al termine dell’iniziativa, mentre i partecipanti sono stati fatti defluire verso una via laterale, gli antagonisti, nel tentativo di venire a contatto con gli aderenti a Forza nuova, hanno lanciato anche oggetti sul cordone di polizia schierato tra gli opposti gruppi. Nella circostanza, un operatore di polizia è stato colpito al volto con una cintura lanciata da un esponente dei centri sociali. Poco dopo, un gruppo di antagonisti, avendo notato tre attivisti di Forza nuova salire a bordo di un taxi, si è avvicinato al veicolo, sferrando calci e pugni. Le attività di indagine svolte dalla Questura hanno consentito di identificare e denunciare all’autorità giudiziaria undici persone, tra esponenti dei centri sociali ed un militante di Forza nuova, quali autori degli atti di violenza.

Per la manifestazione di Rovereto era stata predisposta la presenza di pattuglie della polizia e dei carabinieri, come avvenuto in passato per analoghe manifestazioni svoltesi nella medesima città senza turbative per l’ordine pubblico. Durante l’evento una decina di anarchici, sopraggiunti alla spicciolata, hanno effettuato un lancio di uova contro i presenti, colpendo anche un sacerdote costretto al soccorso presso il locale ospedale, per contusioni giudicate guaribili in due giorni.

Il gruppo anarchico, inoltre, si è impossessato di una borsa contenente volantini da distribuire nel corso della manifestazione, dopo aver colpito il proprietario al naso, procurandogli lesioni giudicate guaribili in quindici giorni. Le Forze di polizia, immediatamente intervenute sul posto, dopo aver svolto indagini che hanno permesso di identificare gli autori dell’aggressione (tutti appartenenti al locale movimento anarchico-insurrezionalista) hanno trasmesso la relativa informativa all’autorità giudiziaria.

Ricostruendo unitariamente i fatti di Bologna e Rovereto e quelli delle altre località in cui il 5 ottobre si sono verificate turbative, posso affermare che le Forze di polizia in servizio di ordine pubblico, ove se ne sia reso necessario l’intervento, sono riuscite a contenere gli effetti delle iniziative anche penalmente rilevanti poste in essere dai contestatori.

Soggiungo per completezza che, successivamente al 5 ottobre, le «Sentinelle» hanno tenuto altre quattro manifestazioni a Pordenone, Treviso, Cremona e Bergamo, durante le quali non si sono registrate particolari criticità sotto il profilo dell’ordine pubblico.

Con l’occasione rappresento, più in generale, che il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica durante le pubbliche manifestazioni costituisce uno degli impegni più delicati per le Forze di polizia, che operano attraverso sperimentati moduli operativi, consistenti nell’attivazione in via preventiva di opportuni canali informativi e nella predisposizione, in loco, di accurati servizi di ordine pubblico commisurati al livello di rischio atteso, fatte salve – all’occorrenza e ove possibile -successive integrazioni del dispositivo che si rendano necessarie a manifestazione in corso.

I fatti illeciti posti in essere nel corso degli eventi in questione, attentamente monitorati da operatori di polizia specializzati, vengono sottoposti, al termine delle relative indagini, alle valutazioni dell’autorità giudiziaria.

Assicuro che a tale consolidato modus operandi le Forze di polizia si atterranno anche in futuro, in modo da garantire il sereno e regolare svolgimento di ogni iniziativa pacifica, che sia espressione della libertà di manifestazione del pensiero costituzionalmente garantita, comprese, ovviamente, quelle delle «Sentinelle in piedi».

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