Note su Proposta di Legge Regione Lazio n. 207 del 15/05/2025 “Interventi a favore della famiglia, della natalità e della crescita demografica” – Audizione del 14/10/2025 presso VII Commissione consiliare permanente “Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare” .
L’esame della Proposta di legge n. 207 del 15/05/2025 non può prescindere dalla considerazione dei dati demografici e delle criticità riscontrate in ambito di politiche familiari. In base ai dati ISTAT del 2024, nella Regione Lazio la situazione demografica rispecchia l’attuale tendenza negativa presente a livello nazionale[1]: si formano sempre meno nuclei familiari, aumenta l’età media delle coppie che si sposano o iniziano una stabile convivenza, aumenta l’età media della prima gravidanza. A tal ultimo proposito, giova osservare che il Lazio risulta essere la terza regione in Italia con l’età media delle donne al parto più alta rispetto al resto dell’Italia.
La Proposta di legge, come si evince già dal preambolo e dalla relazione illustrativa, parte dalla considerazione di questi dati oggettivi e prevede tutta una serie di interventi di carattere strutturale – economici e di promozione sociale – volti a sostenere la famiglia, la natalità e la crescita demografica, effettuando un importante aggiornamento della normativa regionale, ormai risalente a più di venti anni fa.
Più precisamente, la normativa in esame, dando attuazione al principio solidaristico di cui all’art. 2 Cost. – nell’accezione che comprende anche la solidarietà intergenerazionale[2] – promuove la famiglia come istituzione fondamentale della società, come luogo di accoglienza, assistenza ed educazione dei figli, come luogo di sostegno reciproco ove si trasmettono i valori fondamentali.
La nostra Costituzione, nel Titolo II in cui disciplina i rapporti etico-sociali, dà grande spazio alla famiglia e da essa possiamo ricavare i principi che devono orientare le politiche a suo favore, dagli artt. 29 e 30 ove, rispettivamente, si riconosce la famiglia quale società naturale fondata sul matrimonio e si prevede il diritto-dovere dei genitori di mantenere, istruire ed educare i figli, all’art. 31 ove si afferma che la Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi con particolare riferimento alle famiglie numerose e protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo.
Un ulteriore principio fondamentale che trova attuazione nella Proposta di legge in commento è senz’altro quello di sussidiarietà di cui all’art. 118, c. 4 Cost., che promuove la partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica e sociale. Oltre alle misure di sostegno economico, la Proposta di legge in esame contiene infatti degli interventi di sostegno alla famiglia e alla maternità che sono ispirati a dare concreta attuazione al principio di sussidiarietà.
Si tratta di un aspetto molto importante perché le misure di sostegno economico di per sé non sono sufficienti per raggiungere gli obiettivi, in quanto è altrettanto fondamentale il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini e delle realtà associative operanti nel settore.
Rappresenta un’applicazione del principio di sussidiarietà declinato in senso orizzontale, ad esempio, quanto previsto dall’art. 16 della PL relativamente all’istituzione dei Centri per la famiglia; quanto previsto dall’art. 17, che disciplina il Tavolo permanente sulle politiche familiari, la natalità e la demografia; quanto previsto dall’art. 18 sulla Carta Famiglia del Lazioe, ancora quanto previsto dall’art. 19, che introduce protocolli d’intesa e patti di comunità. Questi strumenti, che andranno adeguatamente implementati con l’aiuto degli enti ed associazioni del settore, potranno garantire accessi a servizi e agevolazioni, fungendo da presidi di prossimità con ascolto, orientamento e supporto ai nuclei familiari.
Restando al merito del testo, diverse sono le misure di sostegno contenute nella Proposta di legge che sono volte a tutelare le famiglie come formazioni sociali ed in modo specifico i componenti di esse che si trovano in condizioni di fragilità.
In particolare, sono rilevanti le seguenti norme:
- gli art. 3 e 4, che disciplinano rispettivamente il Programma triennale ed annuale per la famiglia;
- l’art. 6, che prevede la promozione del fattore-famiglia con il quale si mira a riconoscere e sostenere le famiglie con più carichi familiari, specialmente quelle con figli o persone a carico. L’obiettivo principale è quello di offrire un sostegno concreto alle famiglie, contribuendo così a migliorare le loro condizioni di vita e a favorire la natalità;
- l’art. 9, che prevede apposite iniziative socioeducative per la prima infanzia, la preadolescenza e l’adolescenza. In tal modo, si offre peraltro una risposta alle esigenze più volte rappresentate dalle associazioni che si occupano della materia;
- l’art. 11, che promuove interventi di sostegno alla genitorialità presso i consultori familiari e i centri per la famiglia;
- l’art. 12, che prevede contributi ai Comuni che attivano progetti a favore delle famiglie con parti trigemellari o con numero di figli pari o superiore a tre;
- l’art. 13, che introduce il progetto a sostegno della maternità fragile rivolto alle donne in una condizione di grave difficoltà socioeconomica, tale da poter impedire la prosecuzione di una gravidanza, nonché per sostenere e tutelare la maternità, da implementare in sede di attuazione del programma annuale per le famiglie.
L’impatto positivo della normativa dipenderà da diversi fattori. Innanzitutto, dall’effettiva realizzazione del sistema di valutazione periodica e di monitoraggio dell’efficacia delle politiche e delle misure adottate[3]. A tale riguardo si evidenzia come l’art. 17 della Proposta di legge preveda tale compito come primo tra quelli affidati al Tavolo permanente sulle politiche familiari: ciò è fondamentale per un’efficace e tempestiva azione.
Altrettanto rilevante ai fini dell’effettività delle misure previste è promuovere la partecipazione ed il coinvolgimento delle associazioni nel processo di co-progettazione. La collaborazione tra istituzioni e realtà locali è infatti necessaria per garantire sostegno e interventi adeguati ai nuclei familiari più fragili.
Vi sono poi alcuni aspetti da considerare per il raggiungimento degli obiettivi alla base della Proposta di legge. Nell’ambito del Tavolo permanente sulle politiche familiari previsto dall’art. 17, sarebbe molto utile l’introduzione di un sistema di Valutazione di Impatto Generazionale (VIG) delle misure adottate, al fine di monitorare l’effettiva adeguatezza delle misure rispetto alle concrete esigenze delle giovani generazioni, attuali e future[4], anche in attuazione del principio di sviluppo sostenibile e di giustizia intergenerazionale previsto dagli artt. 9 e 41 Cost[5].
In riferimento all’art. 21 della Proposta di legge, il quale prevede l’adozione di campagne promozionali, sarebbe importante prevedere apposite iniziative, utilizzando testimoni e storie positive (es. attraverso interviste, convegni, tavole rotonde, ecc.) sul tema della natalità e della solidarietà intergenerazionale e in particolare sulla promozione della genitorialità, anche sotto il profilo del contributo positivo alla sostenibilità del nostro sistema di welfare.
Inoltre, anche l’adozione di programmi di educazione finanziaria per le famiglie – volti ad offrire informazioni su come gestire le agevolazioni e il budget familiare – potrebbe migliorare l’efficacia delle misure proposte, garantendo una risposta agile ai cambiamenti delle esigenze delle famiglie.
Venendo alle conclusioni, la proposta di legge ha il merito di prevedere una serie di misure strutturali in grado di valorizzare il ruolo della famiglia nella società e sostenere i suoi componenti.
Investire in politiche di sostegno alla natalità, infatti, può non soltanto produrre effetti positivi riguardo al fattore demografico, ma altresì favorire il benessere e la coesione sociale nel territorio della Regione.
Una società per essere coesa deve innanzitutto tutelare la famiglia, in quanto questa costituisce il principale luogo di educazione e di formazione della persona, nonché di trasmissione dei valori costituzionali su cui si fonda l’intero ordinamento.
Promuovere il benessere delle famiglie significa quindi fare un importante investimento e salvaguardare le generazioni future.
L’intervento normativo a livello regionale, previsto in conformità ai principi e ai valori della Costituzione, assume poi una valenza ulteriore, in quanto può soddisfare in maniera più efficace le peculiari esigenze territoriali della popolazione.
Avv. Lorenzo Jesurum
[1] Secondo dati dell’ISTAT del 2024 prosegue il calo demografico nel nostro Paese con nascite che si attestano a quota 370mila, registrando una diminuzione sul 2023 del 2,6% Dal rapporto emerge che diminuisce anche il numero medio di figli per donna, che è passato da 1,20 nel 2023 a 1,18 nel 2024 (inferiore al precedente minimo storico di 1,19 figli per donna registrato nel 1995 cfr. https://www.istat.it/comunicato-stampa/indicatori-demografici-anno-2024/
[2] La solidarietà intergenerazionale è il vincolo di responsabilità tra diverse generazioni. è importante che la stessa venga promossa dalle politiche pubbliche, dalle associazioni e dai cittadini per dare rilievo al rapporto di trasmissione dei valori e di cura che sussiste tra i giovani, gli adulti e gli anziani al fine di realizzare una società più solida e coesa.
[3] Un esempio di questa misura è previsto dalla legge 2 marzo 2011 n. 1 della Provincia Autonoma di Trento sul “benessere familiare” il quale all’art. 33 ha previsto “la valutazione d’impatto familiare per orientare le strategie complessive di governo al sostegno della famiglia in considerazione della sua valenza sociale ed economica, con particolare riguardo alla promozione della genitorialità e della natalità, in attuazione dei principi di equità sociale, sussidiarietà, adeguatezza e a sostegno della solidarietà familiare (..) anche come strumento per indirizzare le politiche tributarie” – https://www.consiglio.provincia.tn.it/leggi-e-archivi/codice-provinciale/Pages/legge.aspx?uid=22329
[4] La necessità di dare rilievo alla Valutazione di Impatto Generazionale (VIG) delle politiche pubbliche, quale strumento per un’equa transizione demografica e in linea con i principi di sostenibilità e inclusività è stata evidenziata nel corso dell’audizione del 26/03/2025 del CNEL presso la Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica in atto – https://www.cnel.it/Comunicazione-e-Stampa/Notizie/ArtMID/1174/ArticleID/5024/AUDIZIONE-CNEL-SU-TRANSIZIONE-DEMOGRAFICA
[5] Il principio dello sviluppo sostenibile e il principio di giustizia intergenerazionale sono stati introdotti nella nostra Costituzione in seguito alla L. Cost. 11/02/2022 n. 1 e richiedono che nelle politiche pubbliche vengano presi in considerazione i diritti e gli interessi delle future generazioni in contesti come la sostenibilità ambientale e l’equità sociale. Pertanto, di essi si deve tenere conto anche nelle politiche a sostegno della famiglia e della natalità.