Articolo di Anna Gentile pubblicato su Il Tempo il 26 aprile 2018
Non c’è modo di far cambiare idea ai giudici inglesi. L’ennesimo ricorso dei genitori del piccolo Alfie è stato respinto. Il bambino non potrà essere trasferito all’ospedale Bambino Gesù. Tom Evans e Kate James, i genitori del bimbo di 23 mesi affetto da una malattia neuro degenerativa e al quale l’Italia aveva concesso la cittadinanza proprio perché venisse preso in cura a Roma, non erano in aula, dove invece era presente un rappresentante dell’ambasciata italiana a Londra. Il team legale degli Evans aveva fatto presente che il bimbo ha bisogno di «un intervento immediato». L’avvocato Paul Diamond, che difende gli interessi della coppia, aveva aggiunto che un aereo ambulanza è pronto, in attesa di portare in Italia il piccolo, «su richiesta del Papa». Tom Evans, intanto, ha an-nunciato che vuole far causa a tre medici dell’Alder Hey Hospital di Liverpool per «cospirazione finalizzata all’omicidio» del figlio e fa sa-pere di aver già preso contatti con investigatori privati per istruire il caso. L’uomo e la moglie Kate sostengono che i dottori del loro bambino, non hanno più parlato con loro e non hanno verificato le condizioni del piccolo da quando gli è stato staccato il respiratore, alle 21 di lunedì. Ieri pomeriggio Tom ha pubblicato un video su Facebook, spiegando che il bimbo «si è ripreso per la terza volta». «Ci ha fatto prendere uno spavento, ma il guerriero lotta ancora. È tornato, ha avuto solo un calo, è diventato palli-do, le labbra si sono un po’ scurite, ma è tornato», ha scritto l’uomo. Il suo avvocato, Paul Diamond, ha fatto sapere che i piloti tedeschi dell’aereo ambulanza pronti a portare il piccolo in Italia, sono stati cacciati dall’ospedale Alder Hey. Don Gabriele, il sacerdote italiano che ha accompagnato e assistito in questi giorni la famiglia del piccolo Alfie Evans, ha spiegato: «Quando è stato disintubato – ha aggiunto – praticamente Alfie doveva morire. Avevano 6 ore di tempo nel sistema inglese per farlo morire. E lui non è morto. Per questo sono stati obbligati a ridargli l’alimentazione -il latte – e l’acqua. Ora Alfie sta lì, sta bene ma è debole poiché non è stato abituato a respirare da solo per vari mesi perché attaccato al respiratore artificiale. Si sta riallenando a respirare». Don Gabriele ha spiegato che il papà di Alfie l’altra notte ha dovuto dormire per terra nella stanza perché hanno tolto il divano. Secondo il Centro Studi Livatino, poiche é Alfie è ora cittadino italiano, il governo italiano può ricorrere con urgenza alla Corte di Giustizia europea: la cui pronuncia potrebbe salvare la vita al piccolo evitando diatribe diplomatiche.