Charlie Kirk è stato barbaramente assassinato.
Non è stato un incidente. Non è stato un caso.
È stato un omicidio – sì – ma ancor più un assassinio ideologico.
Charlie non era un violento.
Charlie credeva nella forza della parola.
Credeva nel confronto, nel dialogo, nella libertà.
Si è battuto con coraggio, giorno dopo giorno, per dire ciò che pensava, anche quando era scomodo, anche quando avrebbe fatto comodo tacere.
Aveva fede, una fede vera, profonda.
Credeva che la Verità fosse una cosa per cui vale la pena vivere.
E, oggi, sappiamo – purtroppo – che in certi tempi oscuri è anche una cosa per cui si può morire.
È stato ucciso da un uomo, certo.
Ma molto di più, è stato ucciso da un’ideologia.
Un’ideologia che si presenta come inclusiva, ma esclude.
Che si proclama pacifica, ma odia.
Che grida “tolleranza”, ma stronca ogni voce diversa.
Che accusa gli altri di essere fascisti, ma usa metodi da regime per impedire il dissenso.
Che si nasconde dietro canzoni e slogan, ma nei fatti è violenta, radicale, crudele.
Un proiettile, con su scritto “Bella ciao”.
Un gesto simbolico, rivendicato da chi – sui social – festeggia l’assassinio come fosse una conquista.
Ma non è una conquista.
È la prova di una sconfitta morale e umana.
Perché chi gioisce per un uomo che muore non sta difendendo alcuna libertà: la sta negando.
Charlie non era perfetto – nessuno lo è – ma Charlie credeva.
Non nei compromessi, non nei populismi, ma nella battaglia delle idee, fatta con passione e con rispetto.
Dio è morto?
No, Dio non è morto, è stato assassinato.
Assassinato dal rifiuto, dal tradimento, dall’odio di chi non sopporta la Verità.
Ed è questo ciò che accade ancora oggi, quando si elimina chiunque porti una luce diversa, una voce libera, una parola scomoda.
Chi oggi festeggia la morte di Charlie ha mostrato il volto autentico di un certo radicalismo:
il volto dell’intolleranza, della rivoluzione,
che non si accontenta di discutere, ma vuole eliminare l’avversario,
il volto di un odio camuffato da giustizia.
Ma noi no.
Noi siamo il popolo che non crede nella morte.
Siamo il popolo che crede nella Risurrezione.
Charlie Kirk non è morto.
È stato assassinato.
Ed è diverso.
È stato ucciso per ciò in cui credeva.
Ma noi sappiamo che se il chicco di grano non muore, non porta frutto.
Voi volete ucciderci tutti? Fatelo. Avete già perso.
Perché noi non abbiamo paura.
Non temiamo chi può colpire il nostro corpo,
perché la Parola in cui crediamo è più forte della morte.
Charlie vive, nella testimonianza.
Charlie risorge, nel coraggio di chi continuerà a parlare,
Eh no, non invochiamo la morte di nessuno, neanche dell’assassino,
perché la nostra fede, anche se uccisa, risorge e continua ad amare,
semplicemente,
noi, non ci fermeremo.
Avv. Giacomo Idolo Piscitelli