fbpx
La prima pagina del Venerdì di Repubblica propone come soluzione per salvare il pianeta Terra le tesi di J.S. Foer, che correlano il surriscaldamento terrestre, tra l’altro, alla procreazione di figli e suggeriscono di procreare di meno per salvare piante, gatti e zebù.
 
In una estate emozionalmente “calda” sul tema a causa dei roghi senza precedenti nelle foreste del mondo, il servizio trapianta nell’opinione pubblica italiana una teoria ideologica e priva di seri riscontri scientifici. 
 
Prima finalità di questa teoria, che si sta cercando di far passare a livello di mainstream globale e che è già sposata dalla paladina USA pro-aborto Ocasio Cortez, è quella di costruire una forma di legittimazione “etica” alternativa per l’aborto: si vuol sostenere che l’aborto sarebbe moralmente “etico” non solo come scelta individuale, ma anche come scelta “ecologica”, perché funzionale a ridurre il numero di abitanti del pianeta e quindi a salvare l’ambiente. Evidente appare l’aberrazione di simile tentativo. 
 
Sotto il profilo scientifico, più che correlare l’effetto serra alle flatulenze intestinali secondo l’illustrazione di un romanziere esperto in scrittura creativa e fiction, sarebbe interessante che la testata chiedesse informazioni all’ISTAT circa le conseguenze disastrose per il sistema Paese che sta provocando il crollo demografico cui si sta assistendo. Se davvero sta a cuore l’ambiente, gli accorgimenti da prendere sono altri rispetto a quello di fare meno figli, sciorinato in prima pagina. E non sprecare carta, a volte, può essere una buona idea non solo per la tutela dell’ambiente. 
 
Francesco Farri
Share