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16. Tre giorni per la verità (1995) di Sean Penn

16. Tre giorni per la verità (1995) di Sean Penn

Per Freddy Gale il 17 agosto è una data che gli ricorda un evento terribile: alcuni anni prima il giovane John Boothe guidando l’automobile in stato di ebbrezza ha investito ed ucciso sua figlia, la piccola Emily, l’unica persona importante della sua vita. Questo avvenimento ha turbato Freddy a tal punto da divorziare dalla moglie Mary lasciando a lei la casa e gli altri due figli molto amati. Freddy gestisce una piccola gioielleria, ma le serate le passa nei bar ubriacandosi e le nottate le trascorre con Mia, la sua “compagna” abituale. Il suo odio per Boothe non ha ceduto mai e l’uomo ne è ancor più intossicato che dal whisky. Egli ha pertanto deciso: ucciderà la fonte di tutti i suoi guai…

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15. Le ali della libertà (1994) di Frank Darabont

15. Le ali della libertà (1994) di Frank Darabont

Dal racconto di Stephen King “Rita Hayworth and the Shawshank Redemption”, “Le ali della libertà”, il cui titolo originale è “The Shawshank Redemption”, è un film sulla vita nelle carceri; una storia di redenzione, di speranza, di fiducia nell’uomo e nei propri mezzi, primo dei quali: l’anima. Non importa quanto profondo può essere l’inferno, in cui si viene cacciati: il coraggio e la nobiltà possono rendere l’uomo libero.

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14. Mystic River(2003) di Clint Eastwood

14. Mystic River(2003) di Clint Eastwood

Tratto dal romanzo di Dennis Lehane, “Mystic river” di Clint Eastwood ci offre un ritratto amaro e disilluso di un’America violenta e cinica, popolata di esseri legati al passato dalle catene della colpa. Il regista ha modo di rileggere, in chiave moderna, alcuni dei topoi della tragedia elisabettiana (la colpa, l’idea scespiriana che ciò che è fatto non può essere disfatto), calandoli in un contesto sociale degradato e violento. Quest’opera è segnata da un tema centrale: quello della perdita nelle sue varie forme. Alla perdita di una persona cara e al tema dell’elaborazione del lutto si affianca così quello della perdita dell’innocenza, quello della responsabilità individuale e delle metamorfosi dell’animo umano segnato dagli accidenti della vita. 

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13. San Babila ore 20: un delitto inutile (1975) di Carlo Lizzani

13. San Babila ore 20: un delitto inutile (1975) di Carlo Lizzani

“San Babila ore 20: un delitto inutile” è un film ispirato dalla cronaca, cioè dalla morte di Alberto Brasili, ucciso da cinque neofascisti a Milano il 25 maggio 1975. Reduci dal funerale di un vecchio gerarca del “ventennio”, quattro giovani neofascisti (Fabrizio, Franco e Micky, d’estrazione borghese, e Alfredo, commesso d’origine meridionale) compiono una bravata contro i “rossi” del liceo Beccaria.
Più tardi, dopo una sosta in un bar di Piazza San Babila (il loro “covo”) “rimorchiano” una ragazza, Lalla, che Marco, impotente, violenta con un manganello; picchiano, dopo il passaggio di un corteo di scioperanti, un “rosso” rimasto indietro. Decidono, quindi, di compiere un attentato dinamitardo in una sede sindacale di Sesto Marelli, ma la bomba non esplode (a Marco è mancato il coraggio di accenderne la miccia).
Tornati a Milano, si abbandonano a una provocazione goliardica per cui finiscono in questura accusati, ma subito rilasciati, di atti osceni in pubblico. A San Babila, infine, adocchiata una coppia di fidanzati comunisti, la uccidono a coltellate.
Ma stavolta, grazie alla testimonianza di Lalla (cui Fabrizio ha dato il suo coltello, perché se ne sbarazzasse), per i quattro delinquenti non ci sarà scampo.

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12. L’avvocato del diavolo (1997) di Taylor Hackford

12. L’avvocato del diavolo (1997) di Taylor Hackford

Kevin Lomax (Keanu Reeves) è un giovane e affascinante avvocato di successo. Sul lavoro nulla sembra fermarlo e riesce a vincere anche le cause più difficili. Quando, nel bel mezzo del processo, si rende conto di dover difendere un cliente accusato giustamente di abusi su minori, Kevin decide di non poter tollerare una sconfitta e senza scrupoli porta a temine la difesa. Quest’ennesimo successo offre all’avvocato un biglietto per New York, per diventare collaboratore di un prestigioso studio legale. Kevin accetta la proposta di lavoro per lo studio newyorkese, che si rivela un vero e proprio impero di proprietà di John Milton (Al Pacino). Il lusso inebriante della vita offerta a Kevin e alla moglie Mary Ann (Charlize Theron) ha su di loro un esito inaspettato: mentre Kevin dedica sempre più spazio al lavoro, Mary Ann ne risente e a poco a poco sviluppa sintomi psicotici.
La presenza subdola di John Milton è una costante nella vita newyorkese di lusso e cause rischiose di cui Kevin si prende carico. Milton offre seducenti opportunità al giovane avvocato e prepara la scena mettendolo di fronte alla possibilità di scegliere: seguire il successo e la propria vanità, oppure accettare di perdere in nome dell’onestà.

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11. Crimini e misfatti (1989) di Woody Allen

11. Crimini e misfatti (1989) di Woody Allen

Il film racconta due storie parallele. Judah, interpretato da Martin Landau, è un noto oculista di New York: da anni tradisce la moglie che lo adora con un’altra donna, l’hostess Dolores, che minaccia di rivelare la loro storia, mettendo a rischio la stabilità della sua tranquilla vita familiare. Cliff Stern, interpretato dallo stesso Woody Allen è un documentarista che colleziona insuccessi professionali e sentimentali: per finanziarsi e ultimare il documentario sul filosofo Louis Levy, dirige un film sul miliardario fratello della moglie, Lester (Alan Alda). In questa occasione conosce Halley (Mia Farrow), di cui si innamora perdutamente. È un film che sviluppa con intelligenza temi di importanza universale: il bene e il male; la responsabilità di davanti alle proprie colpe; il castigo; la presenza di Dio che tutto vede; la coscienza, che rappresenta la voce di Dio; la necessità dell’amore; la solitudine. Ma insieme con essi è sparsa ironia sul mondo dello spettacolo: il successo arride a coloro che pensano solo a far soldi con lavori commerciali, non a quei registi con aspirazioni intellettuali, ma senza incassi. Dal film emerge che senza una Presenza superiore nulla ha senso, perciò, se è vero che non sempre i colpevoli vengono scoperti e puniti dalla giustizia umana, nessuno potrà sfuggire a quella divina. 

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10. La Prima Linea (2009) di Renato De Maria

10. La Prima Linea (2009) di Renato De Maria

Il soggetto è ispirato al libro ‘Miccia corta’, scritto da Sergio Segio che per anni è stato tra i nomi di spicco della organizzazione denominata ‘Prima linea’: una formazione armata che a lungo organizzò attentati e seminò morti, nella scia orribile delle Brigate Rosse. Le scritte finali ricordano che Segio e Susanna Ronconi hanno poi lavorato nel volontariato, dopo aver espiato le pene loro inflitte, mentre il protagonista del film appare consapevole di aver sbagliato tutto. 

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9. Aria ferma (2021) di Leonardo Costanzo

9. Aria ferma (2021) di Leonardo Costanzo

Un vecchio carcere ottocentesco, situato in una zona impervia e imprecisata del territorio italiano, è in dismissione. Ma che cosa succede quando quell’aria sospesa che precede un trasloco riguarda la casa ostile e obbligata che per tanti anni ha fagocitato la vita di una più ampia comunità di detenuti? Mentre quasi tutti gli ‘ospiti’ vengono trasferiti in altre strutture, quasi sul finire delle beghe burocratiche fermano le operazioni di ricollocamento, e così una dozzina di detenuti e una manciata di agenti si ritrovano in un limbo improvviso.

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8. Porte aperte (1990) di Gianni Amelio

8. Porte aperte (1990) di Gianni Amelio

La complessità del rapporto tra individuo e legge è la problematica centrale nella riflessione di Porte aperte, film di Gianni Amelio, tratto dall’omonimo romanzo di Leonardo Sciascia del 1987. La vicenda prende le mosse da un fatto di cronaca nera: un triplice omicidio nella Palermo del 1937, durante il fascismo. L’assassino è un ex impiegato di una corporazione, ampiamente colluso con il potere e poi improvvisamente licenziato: il suo perverso disegno di vendetta colpisce la moglie, il collega che lo ha sostituito e l’avvocato Bruno, fascista ben noto in città e responsabile dell’ufficio in cui l’omicida aveva lavorato. “Porte aperte” guarda prevalentemente al processo che seguì i fatti; protagonista del film e del romanzo diviene così il “piccolo giudice”, chiamato in corte d’assise a far parte della giuria come togato, che, contro le pressanti aspettative del regime, dei suoi superiori e dell’opinione pubblica, riesce a evitare in primo grado la condanna a morte dell’imputato, anche grazie alla sensibilità e al coraggio di un giudice popolare, agricoltore autodidatta e illuminato, estraneo al minaccioso clima di propaganda che esige una sentenza esemplare.

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7. Il Caso Collini (2019) di Marco Kreuzpaintner

7. Il Caso Collini (2019) di Marco Kreuzpaintner

Diretto nel 2019 da Marco Kreuzpaintner, e tratto dal romanzo scritto da Ferdinand von Schirach, il film racconta la storia di Fabrizio Collini, interpretato da un bravissimo Franco Nero. Collini era un pensionato italiano, emigrato in Germania nel secondo dopoguerra, che venne accusato dell’omicidio dell’imprenditore e filantropo Hans Meyer. Sul cadavere di costui erano stati ritrovati dei segni che lo collegano a Collini, ma quest’ultimo non aveva spiegato il movente dell’omicidio. Il caso venne affidato a un giovane avvocato d’ufficio, Caspar Leinen, che, senza alcuna collaborazione da parte dell’imputato, scavò nel passato della vittima, fino a portare alla luce eventi orribili commessi durante la seconda guerra mondiale.

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